venerdì 28 febbraio 2014

REFERENDUM per la Indipendenza Veneta Domenica Mattino 2 Marzo P.za della Vittoria Sanguinetto

DOMENICA MATTINA  2  marzo a Sanguinetto in P.za della Vittoria la LEGA NORD di Sanguinetto sarà presente con un Gazebo per la raccolta delle firme per il Referendum per la Indipendenza veneta. VI ASPETTIAMO NUMEROSI









qui sotto  l'articolo preso da LA PADANIA.org e poi di seguito i video della conferenza stampa  con le interviste a Matteo Salvini e Flavio Tosi e Fontana



CONFERENZA VERONA - REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA VENETO - INTERVISTe a Matteo Salvini e Flavio Tosi


«La Lega corre, la Lega c’è. La voglia d’indipendenza è tanta, sia da Roma, sia da Bruxelles».
Così il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, è intervenuto a Verona, in piazza delle Erbe, salutando i tantissimi militanti e sostenitori accorsi per "abbracciarlo". Insieme a loro, al sindaco della città scaligera, Flavio Tosi, a Lorenzo Fontana, Mara Bizzotto, Manuela Munerato ed Erika Stefani, il numero uno del Carroccio ha lanciato la due giorni di gazebo che chiameranno a  raccolta il Veneto per il referendum sull’indipendenza.
«Sono felicissimo - ha spiegato Salvini che ha deciso, come del resto il sindaco, di raggiungere la piazza a piedi salutando i tantissimi cittadini che lo hanno riconosciuto e che gli hanno "strappato" un minuto per una foto o una stretta di mano  - perché 500 gazebo in tutto il Veneto nel fine settimana sono una cosa che nessuna forza politica riusciva a fare da anni. Anzi, una cosa che al di là della Lega nessuno è in grado di fare. E meno male che qualcuno ci dava per morti... Vi dirò che ci metterei la firma per essere sempre così "morto"».
«L’indipendenza da Bruxelles - ha aggiunto sostenuto dal lungo applauso dei presenti  - è necessaria perché fuori dall’euro riparte la speranza, riparte il lavoro, ripartono gli stipendi. L’indipendenza da Roma perché sostanzialmente l’Italia ormai è un Paese fallito».
Guardando a quanto accade alle Camere Salvini ha chiarito: «Stiamo litigando sul decreto Salva Roma: la capitale se non raccatta 500 milioni dichiara fallimento. Il Veneto merita di più. Ogni anno - ha continuato - il Veneto regala 21 miliardi allo Stato italiano ricevendo in cambio servizi da poco o niente. Quindi la voglia d’indipendenza mi sembra assolutamente fondata».
Rispondendo poi alle domande dei cronisti in merito alla battaglia del Carroccio contro l’Euro, Salvini ha chiarito che «Sette premi Nobel ritengono che l’euro sia una vaccata. L’euro - ha spiegato - non sta nè in cielo, nè in terra. Tiene insieme storie, economie, culture diverse. Ci hanno guadagnato i tedeschi, le banche e le multinazionali; ci hanno rimesso gli imprenditori, le partite Iva, gli artigiani, gli esodati, gli agricoltori».
«E visto che vogliamo poter lavorare in casa nostra come siamo abituati da secoli - ha continuato Salvini -, vogliamo riprenderci anche il controllo della moneta».
Duro anche il Commento sul governo Renzi.
«Mi sembra - ha spiegato salvini -, la logica prosecuzione dei governi Monti e Letta. Il ministro dell’economia che controlla i portafogli degli italiani è un inviato di Bruxelles e Berlino. Ecco allora che c’è poco da sperare». Eppure, ha sottolineato qualcuno tra i presenti, il tour di Renzi è partito proprio dal Veneto. «Non a caso - gli ha fatto immediatamente eco Salvini -. É venuto a scuola di buon governo e di buona amministrazione». Quanto alle speranze di rilancio del Paese affidate al nuovo premier, il segretario leghista ha chiarito: «l’Italia ci sarà, la Padania ci sarà anche dopo Renzi. Dopo Renzi il diluvio? Mi sembra che non abbia ancora camminato sulle acque, poco ci manca. Non penso che dopo ci sarà il disastro».
Poi, prima di "concedersi" alle fotografie e alle strette di mano con i tanti presenti, Salvini ha lanciato una stoccata al primo cittadino di Roma. «Il sindaco del buco romano dice che non sono documentato e che non ho mai lavorato. A parte il fatto che ho cominciato a lavorare a 16 anni, se per "lavoro" Marino intende scialacquare i soldi degli italiani e poi aspettarsi i regali del Parlamento, allora che la smetta di "lavorare" e si dimetta! Una città in bancarotta, sporca, caotica, insicura. Cari Cittadini romani, vi meritate di meglio!».
Duro anche il primo cittadino di Verona, Flavio Tosi: «É inaccettabile la logica del "tanto paga Pantalone"; dire: facciamo un buco colossale, tanto poi paga lo Stato». 
«Quello che accade in questi giorni a Roma - ha attaccato Tosi -, fa il paio con quello che succede a Venezia. Due città guidate dalla stessa parte politica. Due città che dopo avere ottenuto leggi speciali e una serie di interventi di favore, oggi chiedono che siano gli altri a pagare. Eh no, troppo comodo così. Altrimenti vorrà dire che tutte le amministrazioni faranno così. Diventeranno sprecone tanto poi a pagare ci sarà sempre qualcun’altro».
«I cittadini veronesi - ha tuonato Tosi - pagano le tasse per essere bene amministrati e per avere in cambio dei servizi. Questo, credo, vale per tutti. Allora è il momento che anche gli altri amministratori si mettano  a lavorar sul serio. Il Salva Roma è offensivo e oltraggioso per il popolo Veneto che lavora e paga le tasse non certo per ripianare la leggerezza e le spese altrui».
Poi l’invito esteso a tutti i cittadini veneti: è il momento di ribellarsi. «É il momento - ha scandito Tosi - di scendere in piazza. Di andare negli oltre 500 gazebo allestiti nelle nostre piazze e dire con forza un sì che ha un importante significato. In un contesto come questo - ha spiegato - si può indire un referendum non per arrivare al risultato dell’indipendenza, che è tecnicamente improbabile, ma per lanciare un segnale fortissimo allo Stato centrale. Dicendo - ha concluso Tosi - che non ne possiamo più, che non ce la facciamo a continuare a pagare per gli altri. Dicendo: basta tasse. Questo sì».
(LA PADANIA)








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