Il pesce, alimento ottimo per il diabetico ... e non solo
Tutti
i tipi di pesce hanno un elevato contenuto proteico, tra il 15 e 20%
delle calorie. Si tratta di proteine ad alto contenuto nutrizionale,
infatti tutti gli amminoacidi essenziali per il corretto funzionamento
del nostro organismo sono presenti in questo straordinario prodotto
alimentare. Le proteine del pesce sono paragonabili a quelle della carne
e possono essere considerate una valida alternativa alla stessa il cui
abuso, come noto, presenta controindicazioni. La composizione dei grassi
invece è più variabile ed è strettamente legata al tipo di pesce. Ad
esempio il dentice ha solo lo 0,3% di grassi mentre in un anguilla può
raggiungere anche il 24%.
Nel pesce, diversamente dalla carne, vi è una netta prevalenza degli acidi grassi polinsaturi tra i quali gli essenziali Omega 3 che, come risaputo:
- migliorano il ritmo cardiaco, favorendo la circolazione del sangue;
- riducono la formazione di trombi ed emboli;
- riducono i trigliceridi e l’aggregazione delle piastrine.
Le calorie presenti nel pesce sono inferiori anche a quelle della carne.
Il
salmone che è considerato un pesce “grasso” (202Kcal per 100 gr), è
ricco di fosforo, ferro, oligominerali, vitamina B, proteine e acidi
grassi polisaturi sostanze che fanno bene alla nostra salute e che sono
indispensabili per prevenire e curare molteplici malattie. Queste
caratteristiche fanno del pesce un alimento ideale per perdere peso in
modo equilibrato e sano.
E’ possibile suddividere il pesce in:
- pesci magri -> 60-90 Kcal per 100 gr come il Branzino, la Seppia/Calamaro, la Cernia, il Merluzzo, il Nasello, l’Orata, il Polpo, il Rombo, la Sogliola, la Trota, la Razza, ecc.
- pesci semi-grassi -> 100-120 kcal per 100 gr come l’Orata, il Cefalo, il Persico, il Dentice, il Pesce spada, la Sardinal, l’Halibut, ecc.
- pesci grassi -> >120 kcal per 100 gr come il Salmone, l’Anguilla, lo Sgombro, il Tonno, ecc.
Anche crostacei e molluschi, a volte considerati erroneamente grassi e non dietetici sono in realtà cibi poco calorici, infatti per 100 gr di prodotti si hanno i seguenti apporti calorici:
- Granchio 65 Kcal
- Astice 81 Kcal
- Aragosta 89 Kcal
- Gamberetti 86 Kcal
- Scampi 90 Kcal
- Ostriche 47 Kcal
- Vongole 47 Kcal
- Cozze 51 Kcal
- Capesante 74 Kcal
Ciò che fa davvero la differenza è il metodo di cottura, si consiglia di privilegiare cotture che non richiedano troppi grassi, come le fritture, ma preferire cotture alla griglia, al vapore, al forno e/o, in ogni caso, non esagerare con i condimenti.
In
aggiunta al basso apporto calorico, il colesterolo contenuto nel pesce è
pari a 70 mg per 100 g di prodotto, mentre nella carne se ne trovano in
media 125 mg.
Il
pesce è un alimento che non deve mai mancare nella dieta dei più
piccoli, infatti, gli esperti consigliano di somministrarlo ai bambini
già dall’ottavo mese. I pesci più indicati sono il nasello e il merluzzo
grazie al loro sapore delicato e alla morbida polpa.
Si
tratta di pesci magri, teneri e facilmente digeribili. La cottura
migliore è sicuramente quella al vapore, perché preserva i principi
nutritivi dell’alimento e, come detto, favorisce la digeribilità.
Oltre
ad essere indicato per l’alimentazione dei più piccoli, il pesce
risulta importante anche per gli anziani, grazie al contenuto ricco di
calcio, fosforo e altri sali minerali che aiutano e prevenire le
malattie delle ossa come l’osteoporosi. Inoltre, gli acidi grassi
polinsaturi del tipo Omega 3, sono essenziali nella lotta
all’aterosclerosi e alle malattie metaboliche.
Il
pesce, contenendo i preziosi Omega 3, favorisce lo sviluppo fetale, per
questo motivo è consigliato dagli esperti durante la gravidanza e
l’allattamento.
Anche per coloro che soffrono di diabete il pesce può risultare un alimento importante.
Di
norma, a chi è affetto da questa malattia è sconsigliata l’assunzione
di cibi ricchi di proteine in quanto il fegato, già compromesso dalla
malattia, verrebbe appesantito ulteriormente. Da recenti studi, invece,
emerge come non sia tanto la quantità di proteine assunte a determinare
un lavoro eccessivo per il fegato, quando piuttosto la qualità delle
stesse. In tal senso, il pesce sarebbe da considerare una buona fonte
proteica, probabilmente perché i grassi in esso contenuti si sono
dimostrati in grado di migliorare i profili lipidici del sangue dei
pazienti analizzati dallo studio, con conseguente diminuzione del
rischio di complicanze a livello renale. Recentemente una ricerca
avrebbe scoperto il meccanismo attraverso il quale funzionano gli acidi
grassi.
La
loro presenza nel muscolo, infatti, aumento la produzione di un’altra
proteina detta interleuchina-6. Questa interleuchina funziona poi come
un ormone, comunica con il fegato riducendo la glicemia e con le arterie
riducendo l’infiammazione. E’ evidente come questo apra una
significativa prospettiva terapeutica, sia per il diabete che per
l’aterosclerosi (Protectin DX alleviates insulin resistance by
activating a myokine-liver glucoregulatory axis. White PJ, St-Pierre P,
Charbonneau A, Mitchell PL, St-Amand E, Marcotte B, Marette A. Nat Med.
2014 May 11. [Epub ahead of print] doi: 10.1038/nm.3549 PMID: 24813250).
Secondo
una ricerca i diabetici dovrebbero includere nella propria
alimentazione il pesce, almeno 2 volte a settimana. Tale cibo è
particolarmente efficace nel proteggere i reni, da complicanze ed
eventuali disturbi. Lo sostiene uno studio dell’Università di Cambridge
(sezione Medical Research Council Epidemiology Unit), diretto dalla
dottoressa Amanda Adler e pubblicato dal “American Journal of Kidney
Disease”.
Il
punto di partenza del lavoro è stata una constatazione: per i malati
di diabete, le preoccupazioni principali sono il controllo dei
carboidrati (quantità e qualità) e l’apporto delle proteine.
L’obiettivo, evitare malattie renali, spesso associate ad elevati
livelli di glucosio.
Su
questo punto, spiegano i ricercatori: “Sulla base di recenti
osservazioni, si è giunti alla conclusione che non è tanto la quantità
di proteine assunte ciò che dovrebbe essere modificato nella dieta di un
diabetico, quanto la tipologia della fonte alimentare proteica”.
Allora,
la dottoressa Adler e colleghi si sono concentrati sul pesce, per
definizione ottima fonte di proteine, monitorando il consumo di pesce in
22.000 volontari, 517 dei quali affetti da diabete (principalmente di
tipo 2).
I
risultati hanno così evidenziato come il mangiare pesce più di una
volta a settimana era associato con una ridotta concertazione di
macroalbuminuria. Tale proteina, rinvenuta nelle urine, è la spia del
malfunzionamento dei reni. E, come controprova, il ridotto consumo di
pesce si legava ad alti livelli di macroalbuminuria.
Il
team di Cambridge è arrivato alla conclusione che un consumo regolare
dell’alimento in questione potrebbe rivelarsi un elemento significativo
in grado di prevenire e regolare i disturbi renali nei pazienti
diabetici.
“I
composti nutritivi presenti nel pesce sono in grado di prevenire le
malattie renali facilitando il controllo dei livelli di zuccheri e
migliorando il profilo lipidico del sangue”, spiega la dottoressa Adler.
Ma
non tutte le specie vanno bene alla stessa maniera. La scienziata
consiglia fortemente i pesci magri e pieni di Omega 3: medaglia d’oro
per l’orata, ma anche cernia, merluzzo, scampi e gamberi sono
consigliabili.
Da evitare, invece, le varietà “grasse”: sgombro, salmone, anguilla, capitone e aringa.
L’idea
che il consumo di pesce surgelato sia in qualche modo una soluzione “di
serie B” rispetto al fresco è cosa ormai passata, è stato più volte
dimostrato come un corretto processo di surgelazione garantisca il
mantenimento della qualità e del gusto dell’alimento lasciando immutate
le componenti di apporto nutritivo del pescato.
A
questo si aggiunge la garanzia di conservazione, fattore di certo non
sicuro nel pesce spesso “spacciato” per fresco, dovente causa di
problemi più o meno gravi nel consumo per via di una conservazione non
ottimale. Non è quindi solo la garanzia di un prodotto pronto e pulito,
oltre che sempre disponibile in quantità desiderata, a fare del pesce
surgelato un vero toccasana per le famiglie, la cosa più importante è
proprio la certezza di consumare un prodotto buono e sano, continuamente
sottoposto a rigorosissimi controlli che garantiscono sempre la massima
soddisfazione in tavola.
Sul
punto per essere certi della garanzia del pesce surgelato è necessario
trovare il pesce per così dire congelato "ad arte" cosa questa che la
si può intendere sia consoderando il luogo di provenienza (acquistare un
prodotto che proveviene dal Giappone o posti limitrofi è sempre
periscooso soprattutto dopo il versamento in mare dell'acqua con cui
sono stati raffreddati i reattori della centrale di Fukushima) ma anche e
soprattutto dal sapore a tavola e dall'odore che emana il pesce nel
momento in cui questo viene cucinato.
Fonti
http://www.rivamar.it/pesce-e-salute/il-pesce-fa-bene
http://www.diabetericerca.org/index.php/la-ricerca/ultime-notizie/item/pesce
http://www.newsfood.com/il-pesce-un-aiuto-contro-il-diabete/
preso dal sito di: diabetescore.it
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