Carabinieri di Legnago - Immagine generica |
Solo l'intervento dei carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago ha potuto mettere fine all'inferno familiare vissuto da una donna, una 25enne romena, che nella serata di Santo Stefano si è rivolta al 112 per chiedere protezione dalla furia del marito, un connazionale di 30 anni, dal quale ha avuto due figli, ancora piccoli.
L'incubo, secondo quanto appurato dai militari, avrebbe oramai fatto parte della quotidianità della coppia, con la vittima che probabilmente ha provato a tenere in piedi quell'unione per il bene dei propri bimbi, che spesso avrebbero assistito alle violenti liti tra i genitori. Le vessazioni e le umiliazioni, oltre che fisiche, erano anche psicologiche e nella serata del 26 dicembre la donna non ce l'ha più fatta. Ancora una volta una discussione per futili motivi sarebbe incomprensibilmente degenerata e il marito, di professione muratore, avrebbe nuovamente iniziato a picchiare la casalinga di 25 anni, strattonandola e scagliandola contro i mobili, facendola finire a terra ripetutamente a terra, sempre davanti ai bambini, secondo quanto riferito dalla vittima.
Temendo il peggio, non appena sfuggita alla presa del 30enne muratore, la donna è scappata dall'appartamento per cercare di raggiungere la stazione dei carabinieri, dove già si era rivolta in precedenza per fronteggiare i soprusi che era costretta ad affrontare ogn giorno. La stazione però in quel momento era chiusa e la sua chiamata è stata dirottata a Legnago, che ha inviato sul posto una pattuglia degli uomini del Luogotenente Tenani, mentre la casalinga è tornata nella propria abitazione e si è chiusa a chiave in cucina.
Al loro arrivo, i carabinieri sono stati accolti dalla donna con gli occhi gonfi dalle lacrime, mentre il marito, che nel frattempo era andato a letto con i bimbi, cadeva dalle nuvole negando ogni cosa. Le tracce di colluttazione erano però molto evidenti nell'abitazione, mentre il successivo referto medico ha portato alla luce le lesioni a gambe e braccia, giudicate guaribili in 5 giorni, presenti sul corpo della moglie dopo la lite.
Temendo il peggio, non appena sfuggita alla presa del 30enne muratore, la donna è scappata dall'appartamento per cercare di raggiungere la stazione dei carabinieri, dove già si era rivolta in precedenza per fronteggiare i soprusi che era costretta ad affrontare ogn giorno. La stazione però in quel momento era chiusa e la sua chiamata è stata dirottata a Legnago, che ha inviato sul posto una pattuglia degli uomini del Luogotenente Tenani, mentre la casalinga è tornata nella propria abitazione e si è chiusa a chiave in cucina.
Al loro arrivo, i carabinieri sono stati accolti dalla donna con gli occhi gonfi dalle lacrime, mentre il marito, che nel frattempo era andato a letto con i bimbi, cadeva dalle nuvole negando ogni cosa. Le tracce di colluttazione erano però molto evidenti nell'abitazione, mentre il successivo referto medico ha portato alla luce le lesioni a gambe e braccia, giudicate guaribili in 5 giorni, presenti sul corpo della moglie dopo la lite.
Portato in caserma, l'uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza dei minori, con il Procuratore capo di Verona, Angela Barbaglio, che ha disposto nei suoi confronti la detenzione in carcere almeno fino all'udienza di convalida.
Visto su VERONA SERA
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