Il piromane che in questi 2 anni ha appiccicato fuochi in tutto il ns territorio..Il piromane un "deficente" che abita in via Bosco MANUEL MINERBIN finalmente, è stato arrestato
qui sotto di seguito 2 articoli usciti oggi su L'arena
INCUBO PIROMANE ARRESTATO UN VIVAISTA
CASALEONE. Dopo mesi di indagini, appostamenti e riprese, i carabinieri della compagnia di Legnago sono risaliti a Manuel Minerbin, un trentenne del paese
Incubo piromane, arrestato un vivaista
Alessandra Vaccari
Il giovane artigiano è accusato di aver appiccato 8 dei 12 incendi che da oltre un anno generano allarme e timori in tutta la Bassa
Il colonnello Mason, il tenente Volpini e il maresciallo Scolaro| Le zone di azione del piromane ...
È un vivaista di Casaleone il piromane della Bassa Veronese, l´uomo che ha messo a fuoco e fiamme (mai detto fu più indicato) per oltre un anno, le zone tra Casaleone e il circondario.
Quando l´altra mattina i carabinieri di Legnago e Sanguinetto sono andati a casa di Manuel Minerbin, in via Bosco, a notificargli l´ordinanza di custodia cautelare in carcere, lui non ha aperto bocca. Ha preso un borsone, ci ha messo dentro un po´ di biancheria, ha salutato la moglie, e il padre che vive in famiglia con lui, i figli, ed è salito sull´auto dei militari che lo hanno portato in carcere a Montorio.
Ci sono voluti pedinamenti, appostamenti, riprese con le telecamere, ma alla fine gli sforzi dei carabinieri sono stati premiati. Sono otto gli episodi che il giudice gli ha attribuito dopo aver analizzato la copiosa documentazione prodotta dai militari. Ne restano fuori 4. Le prove non erano sufficienti per far attribuire a Minerbin altri reati. Ma oltre a danneggiamento, incendio doloso, intralcio alle indagini e stalking, visto che in un caso, madre e figlia sue vicine di casa, ormai terrorizzate dall´ipotesi di un incendio sono state costrette a cambiare abitazione, l´uomo deve rispondere anche di aver cercato di far ricadere la colpa degli incendi su un immigrato marocchino che faceva footing in zona.
Ieri mattina, il tenente colonnello Pier Paolo Mason del comando provinciale, il tenente Alessandro Volpini comandante ad interim della compagnia di Legnago e il maresciallo Antonino Scolaro della stazione di Sanguinetto hanno illustrato come le indagini abbiano portato al vivaista, che per depistare gli inquirenti aveva dato fuoco anche alla propria serra.
La personalità di Minerbin corrisponde perfettamente a quella di un piromane. Sempre pronto a dare una mano durante gli incendi, sempre disponibile a fornire indicazioni su possibili persone che aveva visto nei luoghi degli incendi poco prima che scoppiassero. Atteggiamento tipico di chi ha la mania delle fiamme. Lui aveva anche alzato il tiro, prima appiccando fiamme ad autolavaggi, poi a bomboloni di gas, pericolosissimo manometterli, e quindi incendi veri e propri, immensi, che i vigili del fuoco hanno impiegato ore ed ore a domare.
A casa dell´uomo è stato sequestrato un visore notturno. Lui lo utilizzava per vedere di notte al buio, ma altri elementi che possano provare la sua passione per le fiamme non ce n´erano.
«Riteniamo che la chiusura di questa indagine piuttosto dispendiosa, possa far tirare un sospiro di sollievo ai cittadini di Casaleone», ha detto il colonnello Mason, «per ovvie ragioni l´abbiamo chiamata operazione Nerone. Ci sono stati mesi davvero bui, in cui la gente era allarmata e preoccupata che potesse toccare alla loro casa o alla loro azienda di essere data alle fiamme. Adesso finalmente è finita».
Quando l´altra mattina i carabinieri di Legnago e Sanguinetto sono andati a casa di Manuel Minerbin, in via Bosco, a notificargli l´ordinanza di custodia cautelare in carcere, lui non ha aperto bocca. Ha preso un borsone, ci ha messo dentro un po´ di biancheria, ha salutato la moglie, e il padre che vive in famiglia con lui, i figli, ed è salito sull´auto dei militari che lo hanno portato in carcere a Montorio.
Ci sono voluti pedinamenti, appostamenti, riprese con le telecamere, ma alla fine gli sforzi dei carabinieri sono stati premiati. Sono otto gli episodi che il giudice gli ha attribuito dopo aver analizzato la copiosa documentazione prodotta dai militari. Ne restano fuori 4. Le prove non erano sufficienti per far attribuire a Minerbin altri reati. Ma oltre a danneggiamento, incendio doloso, intralcio alle indagini e stalking, visto che in un caso, madre e figlia sue vicine di casa, ormai terrorizzate dall´ipotesi di un incendio sono state costrette a cambiare abitazione, l´uomo deve rispondere anche di aver cercato di far ricadere la colpa degli incendi su un immigrato marocchino che faceva footing in zona.
Ieri mattina, il tenente colonnello Pier Paolo Mason del comando provinciale, il tenente Alessandro Volpini comandante ad interim della compagnia di Legnago e il maresciallo Antonino Scolaro della stazione di Sanguinetto hanno illustrato come le indagini abbiano portato al vivaista, che per depistare gli inquirenti aveva dato fuoco anche alla propria serra.
La personalità di Minerbin corrisponde perfettamente a quella di un piromane. Sempre pronto a dare una mano durante gli incendi, sempre disponibile a fornire indicazioni su possibili persone che aveva visto nei luoghi degli incendi poco prima che scoppiassero. Atteggiamento tipico di chi ha la mania delle fiamme. Lui aveva anche alzato il tiro, prima appiccando fiamme ad autolavaggi, poi a bomboloni di gas, pericolosissimo manometterli, e quindi incendi veri e propri, immensi, che i vigili del fuoco hanno impiegato ore ed ore a domare.
A casa dell´uomo è stato sequestrato un visore notturno. Lui lo utilizzava per vedere di notte al buio, ma altri elementi che possano provare la sua passione per le fiamme non ce n´erano.
«Riteniamo che la chiusura di questa indagine piuttosto dispendiosa, possa far tirare un sospiro di sollievo ai cittadini di Casaleone», ha detto il colonnello Mason, «per ovvie ragioni l´abbiamo chiamata operazione Nerone. Ci sono stati mesi davvero bui, in cui la gente era allarmata e preoccupata che potesse toccare alla loro casa o alla loro azienda di essere data alle fiamme. Adesso finalmente è finita».
-----------------------------
Fuoco, paura e pericolo
tra cittadini terrorizzati
e sospetti malcelati
È una lunga scia di fiamme e paura quella che ha preso il via a settembre del 2010. Le indagini portate avanti dai carabinieri di Legnago e Sanguinetto sono durate circa sedici mesi, passati tra appostamenti e analisi scientifiche, per scovare indizi di colpevolezza e incastrare l´autore dei roghi. Il quale, in base agli elementi raccolti dagli inquirenti, dovrà rispondere comunque soltanto di otto dei dodici episodi che hanno seminato terrore, fuoco e allarme nella Bassa. Uno dei primi casi d´incendio doloso è quello verificatosi a metà setttembre di due anni fa, che coinvolse l´azienda casaleonese «Peroni Legnami». In quell´occasione, andarono a fuoco diverse cataste di legna, fortunatamente senza ulteriori danni. Pochi giorni dopo fu la volta di una betoniera dell´azienda edile «Beton Castello» a Sanguinetto, quindi della «Mobili Gennari» nella frazione di Sustinenza, il territorio che successivamente verrà preso di mira sempre più spesso. A novembre di quello stesso anno, le azioni dell´incendiario danneggiarono due bomboloni di gpl nei giardini privati di altrettante abitazioni, in via Bosco a Sustinenza. A gennaio 2011 ancora un danneggiamento in via Bosco, questa volta ai tubi che collegano i bomboloni di gpl a due case. E sempre via Bosco, a giugno dello stesso anno, è ritornata nelle mire del piromane, ancora con lo stesso modus operandi, ovvero il sabotaggio delle tubazioni che portano gpl in un´abitazione. A fine agosto si registra un nuovo cambiamento: basta bomboloni ed ecco che ritornano ad essere colpite le aziende. È la volta di una mietitrebbia dell´azienda agricola «La Fornasa», in via Bonzanini, a poche centinaia di metri da via Bosco. E, pochi giorni dopo, a prendere fuoco è il deposito dell´azienda agricola «Tre ponti», in via Belfiore a Casaleone. In questo caso, uno dei titolari dell´azienda mise a repentaglio la propria vita gettandosi all´interno del capannone per salvare un trattore, fortunatamente riuscendoci senza farsi male. Da quel momento, per circa due mesi, non si registrano episodi d´incendio doloso. Poi, ai primi di novembre, è ritornato a colpire i bomboloni di gpl presenti nei giardini di alcune abitazioni, tra via Bonzanini e via Bosco a Sustinenza. Infine, sempre in via Bosco, l´ultima azione prima di venire fermato e arrestato dai carabinieri. È il 7 novembre quando le fiamme si accendono all´interno di un´abitazione disabitata da circa un anno: il proprietario se ne era andato proprio per paura del piromane. In quell´occasione vengono danneggiati solo mobili e pareti dell´edificio. Da quel giorno non si sono più registrati incendi. Nel frattempo, le indagini si sono chiuse fino all´arresto, giovedì scorso, di Manuel Minerbin, imputato di tre quarti dei roghi divampati nella zona di Casaleone.F.S.
Nessun commento:
Posta un commento
Per mantenere un livello civile dei contenuti da voi espressi Sanguinetto channel si riserva il diritto di rimuovere a suo insindacabile giudizio e senza preavviso i commenti che risultino offensivi e volgari,in violazione della legge sulla privacy. Gli utenti potranno essere bannati da questo blog.